I semi della frutta che mangiamo comunemente come mela, pesca, ciliegia, albicocca e prugne, contengono al loro interno l’amigdalina, un glicoside cianogenetico, ovvero una molecola a base di cianuro e zucchero, capace cioè di liberare acido cianidrico (contenente cianuro), se in contatto con gli enzimi del nostro stomaco.
L’uomo si trova in condizioni di intossicazione da cianuro, quando assume una quantità di circa 0,5-3,5 milligrammi di acido cianidrico per kg di peso corporeo (quindi servono circa 35-245 milligrammi per una persona di 70kg), e in queste situazioni i sintomi che si manifestano sono: dolori allo stomaco, nausea e, dato che il cianuro ostacola il trasporto dell’ossigeno nel sangue, si può arrivare anche ad arresto cardiaco.
I semi contengono però una quantità di circa 3 mg di amigdalina, ed inoltre liberano questo acido solo se vengono aperte o danneggiate; quindi, è comunque bene fare attenzione a scartare questi semi quando mangiamo questi tipi di frutta, ma per arrivare ad effetti gravi bisognerebbe assumere una grande quantità.
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